: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
Keyword: Immersività e invisibilità. Le nostre vite muteranno sempre più, ma ce ne accorgeremo sempre meno. Anche perché cambierà il rapporto reale/virtuale, ormai indistinguibili
Marie Claire - Inserto #MCLIKES - Autunno/Inverno 2016/2017
La tecnologia, in questi ultimi anni, è entrata sempre più nelle nostre vite, cambiandole. A volte anche drasticamente: modificando abitudini, trasformando le canoniche modalità di relazione, inserendo nuove gestualità e nuovi riti. Nei prossimi anni molto probabilmente l
e nostre vite muteranno ancora di più - a casa, in ufficio, in mobilità -
ma ce ne accorgeremo sempre meno.
Le parole del futuro prossimo connesse al mondo tech saranno sopratutto
pervasività e invisibilità. Quello che solo lo scorso anno chiamavamo
Internet of Things – ovvero tanti e vari oggetti collegati al web - si trasformerà in
Internet of Everything, cioè una rete che, connettendo dispositivi, persone e dati, influenzerà aspetti sempre maggiori della nostra vita, diventando parte integrante del tessuto quotidiano.
Avete forse il timore di essere sempre più schiave di tablet e smartphone e di non riuscire più a vivere senza? Direi che
non è il caso di preoccuparsi. Siamo già tutti - chi più, chi meno – all'interno di un percorso di convivenza e di riassetto di equilibri con la tecnologia. Basta vedere come si comportano i famigerati
millennials, i quali ormai
non fanno più caso o differenza tra le esperienze online e quelle della vita reale, tra ciò che comprano in rete o in un negozio, tra l'incontro in un locale e la chattata di gruppo su whatsapp, tra le informazioni acquisite da un giornale o sui social, tra un concerto visto in streaming e vissuto in prima persona. Tutto fa parte del bagaglio esperienziale, assai più ricco di quello di un lustro fa.
Ma come sarà il futuro prossimo? Per
Douglas Coupland questa è una domanda che non vale più la pena porci; secondo lo scrittore canadese il concetto di futuro come lo intendevamo un tempo - cioè quella cosa lontana da noi e del presente - non esiste più “Il futuro è qui: siamo già dentro un sorta di
presente estremo o super futuro” afferma Coupland “e tutto questo è cominciato quando non abbiamo potuto più smettere di inseguire gli upgrade, le notifiche o aggiornare l'email per paura di rimanere indietro e perderci qualcosa, in una specie di frullatore temporale che non prevede pause”.
Ma noi proviamo comunque a rispondere alla fatidica domanda:
What's next? Quali saranno le tecnologie e gli oggetti del desiderio, i paradigmi e i comportamenti dei prossimi 5 anni?
C'è qualcosa di profondamente antropologico nel nostro rapporto con la tecnologia: partiamo quindi da noi e da ciò che utilizziamo per ricevere informazioni e connettersi con la realtà, ovvero i
sensi. Fino ad oggi quelli che abbiamo utilizzato nei confronti dei vari dispositivi digitali sono stati la
vista e il
tatto: il primo senso è da sempre sollecitato per decodificare le mille immagini sugli schermi che ci circondano. I nostri polpastrelli, con l'avvento di smartphone, tablet e tutti gli altri dispositivi touch, sono diventati i principali mezzi per entrare in relazione con il digitale (nomen omen).
Nei prossimi anni il senso più sollecitato sarà invece
l'udito: attraverso gli assistenti personali dei principali sistemi operativi sempre più sofisticati – Siri di Apple, Cortana di Microsoft e la nuovissima Alexa di Amazon – sarà possibile anche sostenere piccole conversazioni con i vari smartphone e tablet. I team di ricerca e sviluppo sono al lavoro su nuove tecniche di elaborazione del linguaggio per rendere l'assistente vocale capace anche di interpretare il tono della voce, proprio come nel film “Her” di Spike Jonze, dove un introverso Joaquin Phoenix si innamorava della voce profonda e sensuale di Scarlett Johannson.
Sono piuttosto convinto che
la voce diventerà sempre più la nostra nuova interfaccia con i dispositivi tech, e così cuffie e microfoni saranno gli accessori di cui non potremmo più fare a meno. In realtà anche oggi la voce viene già molto usata, basta vedere come si comportano i teenager, che ormai comunicano attraverso whatsapp non più con i messaggi scritti e sempre meno con gli emoji, bensì usando i più rapidi e semplici messaggi vocali. Alcuni futurologi hanno già preconizzato che
il prossimo social network sarà costituito principalmente da messaggi vocali, come una gigantesca segreteria telefonica nella cloud.
Certo, per molti di noi p
arlare a una macchina rappresenta ancora un imbarazzante ostacolo; provate però a pensare che fino a due anni fa la pratica del selfie sembrava una cosa assurda e solo per nerd e oggi è diventata per tutti una sorta di check-in e testimonianza obbligatoria in luoghi e situazioni speciali.
Questo sviluppo della voce/orecchio come nuova piattaforma semplice e naturale di interfaccia con la tecnologia probabilmente rallenterà ancora di più la crescita della cosiddetta wearable tech, come ad esempio gli smartwatch: il fatto è che
non abbiamo bisogno di nuovi oggetti tecnologici – magari dovendo imparare nuove istruzioni per l'uso – e tantomeno da indossare. Le prossime innovazioni saranno tutte basate sul cosiddetto Sistema Operativo, il cuore e il cervello dei dispositivi tech che già possediamo, l'evoluzione della loro intelligenza artificiale.
L'unica tribù che continuerà ad utilizzare alacremente la
tecnologia indossabile sarà quella formata dagli sportivi e da tutti coloro che hanno come obiettivo primario il proprio benessere fisico: i
fitness tracker, braccialetti e sensori che permettono di monitorare e controllare la propria attività fisica, le abitudini quotidiane, il riposo notturno e l'alimentazione. Anche in questo caso la ricerca sta facendo prodigi e sono già in sperimentazione prototipi di sensori adesivi da applicare sulla pelle, in pratica dei piccoli cerotti, che trasmettono le informazioni vitali a un'applicazione sullo smartphone per visualizzare i dati, fissare degli obiettivi e personalizzare i rilevamenti al fine di migliorare il proprio stile di vita.
A proposito di app: è il momento di scegliere quelle che utilizziamo veramente sui nostri smartphone ed eliminare le altre che non apriamo mai.
Il mercato delle applicazioni è saturo e, tranne pochi rari casi – Whatsapp, Snapchat, Instagram - non funziona economicamente e i prossimi anni saranno caratterizzati da una rapida chiusura di quelle non sostenibili dal punto di vista di business. Ognuno di noi ha installato sul proprio smartphone una media di trenta applicazioni, ma ne usa in media solo cinque. Quindi le circa 2 milioni di applicazioni presenti sul mercato diventeranno poco più di 200mila.
Ma veniamo a quello che verosimilmente influenzerà, nel bene e nel male, il nostro futuro tecnologico, ovvero la
realtà virtuale. Passati i fallimenti preistorici di Second Life, la virtual reality (VR da ora in poi) si è trasformata ed è realmente evoluta: nei prossimi anni gran parte dell'intrattenimento domestico (film e videogiochi in primis) sarà declinato attraverso gli Oculus Rift (di proprietà di Mark Zucherberg) e gli altri visori e caschi che i grandi marchi digital hanno elaborato. Ma la vera notizia è che i
l grande sviluppo della VR avrà delle floride applicazioni sull'ecommerce. Nei prossimi anni sarà davvero possibile realmente “entrare in un sito”, così come si entra in un negozio.
In questo caso l'altra parola chiave del futuro prossimo sarà
immersivo: il classico website diventerà un vero e proprio “luogo” d'acquisto dove potersi aggirarsi tra vestiti e prodotti di ogni tipo, e decidere se acquistarli, il tutto indossando un casco VR e confermando l'acquisto con un semplice gesto della testa.
Oggi tutti i principali attori dell'ecommerce, da MasterCard a Vantiv (la più grande azienda di gestione pagamenti online) fino a Paypal, stanno lavorando per
rendere l'esperienza d'acquisto online più emozionale e completa. In pratica significa avere l'impressione reale di stare dentro un negozio, capire come “calzano” quelle scarpe o se l'abbinamento colore tra abbigliamento e accessori è quello giusto.
Invisibile, pervasiva e immersiva; così si preannuncia la tecnologia con cui avremo a che fare nei prossimi anni. Tutto comunque dipenderà, come sempre, da noi, da come e quanto useremo questi nuovi ritrovati nella vita di tutti i giorni.
Do you wanna play?