: articoli tratti da Il Foglio, GQ, LINK Magazine, Rolling Stone, AD, Vanity Fair e Style Magazine del Corriere della Sera.
CONSIGLI A LAPO Tra sesso in rete, richiami della foresta e tsunami quotidiani. Il 2006 secondo il guru del trend.
Il Foglio - 28 Dicembre 2005Molti quando sentono la parola “tendenza” di solito mettono mano alla pistola. Per “tendenze” però non dobbiamo considerare solo quelle dei giornali di moda o design che mensilmente ci portano a conoscenza che “il prossimo anno andrà il country-minimal-chic” oppure “il giallo sarà il nuovo viola”. Ogni anno, infatti, alcuni sociologi, futurologi ed esperti di marketing cercano di identificare quali saranno i temi e le sensibilità dominanti e che influenzeranno o modelleranno le opinioni, gli stili di vita e, inevitabilmente, anche i consumi delle persone. Alcuni di questi trend li troveremo poi, rivisitati e declinati in modo diverso a secondo del contesto ambientale, nelle pubblicità, nelle dichiarazioni dei politici o degli opinion makers, a dimostrazione del fatto che in fondo tutto è marketing.
Una delle figure più attendibili in questo campo è Marian Salzman, direttore strategico di J. Walter Thompson che ha individuato le dieci tendenze che verosimilmente domineranno il 2006.
Prima di tutto, il sesso: si sa, ma non sempre si ammette, che la diffusione e la crescita di internet è stata così rapida grazie soprattutto all’industria del porno on line e di tutti i suoi derivati: con lo sviluppo della banda larga e del wi-fi il sesso da vedere, scambiare o acquistare è ormai accessibile ovunque. Sia gli uomini che le donne sono sempre più a proprio agio nel parlare della propria vita sessuale, e anche la controtendenza della riscoperta e valorizzazione della verginità è paradossalmente l’altra faccia della stessa medaglia. Si prevede quindi che nel prossimo anno il sesso, oltre che domanda e denaro, sarà in grado di attirare grandi polemiche e dibattiti, con un ulteriore inasprimento della divisione sociale e politica tra conservatori e liberali e di quest’ultimi e la chiesa.
La rapida diffusione di Internet e la sofisticazione delle offerte di telefonia mobile hanno portato ad un graduale ma definitivo abbattimento del confine tra ufficio e casa, lavoro e relax: praticamente il tempo in cui noi “stacchiamo” si è negli anni sempre più ridotto e, in alcun casi, è completamente scomparso. La sfida dei prossimi anni da parte di tutti noi sarà, secondo le previsioni di Marian Salzman, quella di marcare e riappropriarsi della sfera in cui vige la regola del “do not disturb”: pur continuando ad utilizzare le tecnologie, ormai indispensabili per il nostro stile di vita, crescerà per molti il bisogno di conoscere territori, culture e usanze lontane che mantengono caratteri autentici e selvaggi e permettono di fuggire temporaneamente dalla stressante modernità. Per questi motivi nel 2006 è previsto un sempre maggiore interesse per zone geografiche come l’Amazzonia, il sud-est Asiatico e i paesi dell’Africa Centrale.
Sempre in questo contesto la globalizzazione e la crescita di paesi come la Cina e l’India, oltre a importare prodotti e servizi offerti a basso prezzo, porterà all’introduzione di una nuova ondata di spiritualità e di modelli di introspezione che porranno in discussione la vita frenetica dei paesi industrializzati dell’Occidente, con l’obiettivo di recuperare tempo e valori perduti. Il prossimo anno, quindi, tecniche di meditazioni, religioni e discipline come lo yoga, il Buddismo, il t’ai chi e il Qigong vivranno un nuovo splendore.
Un ritorno a se stessi, ma anche un ritorno a casa. Una delle tendenze per il 2006 sarà quello che la Salzman definisce lo “stay home-style”: la mobilità - la libertà di viaggiare, i mezzi di trasporto veloci - è senza dubbio l’elemento distintivo che guida i consumi delle società moderne ed evolute, ma l’aumento delle tariffe del carburante, la congestione del traffico stradale e l'inquinamento ambientale hanno drasticamente messo in luce gli alti costi della mobilità. Il prossimo anno, quindi, la scelta di stare a casa non sarà una decisione snob alla moda - come lo è stato in passato il fenomeno del "nesting", ovvero la tendenza di “farsi il nido” nel proprio appartamento - ma sarà guidata da precise scelte di vita e di convenienza economica.
La paura, infine, sarà ancora la sensazione prevalente nel 2006 ma, rispetto al passato, si tratterà di una paura consapevole, perché mitigata dall’informazione e dalla conoscenza. Lo tsunami asiatico, l’uragano Katrina e tanti altri disastri naturali locali ci hanno aperto gli occhi su come le grandi catastrofi naturali fanno ormai parte della normalità: tutti noi ci chiediamo quale sarà il prossimo e, soprattutto, dove sta il confine tra causa naturale e catastrofe provocata dall’uomo. Più poniamo questo tipo di domande, a noi stessi e ai vari leader locali e nazionali (lo stesso ragionamento vale anche per altri eventi come la Sars o l’influenza aviaria) e più la sensazione sarà quella di essere meglio preparati per il prossimo “big one”.